mercoledì 21 gennaio 2009

La storia di un uomo nudo che vuole far saltare il cervello a cinque o sei stronzi satanici

Saranno stati cinque demoni, o sei. Se n'era ritrovato uno con il fucile spianato sotto la doccia e, visto il rumore che fanno di solito mentre respirano, dovevano essere di una qualche tribù guerriera, quindi addestrati agli attacchi a sorpresa, altrimenti li avrebbe sentiti arrivare. Non gli importava ora. Piuttosto si domandava perchè proprio quel giorno. Tra tutti i maledetti momenti in cui dei demoni guerrieri avrebbero potuto far irruzione in casa sua lo hanno fatto proprio il giorno in cui ha smesso di fumare.
- Cazzo!- sibilava - cazzo- mentre, completamente nudo impugnava l'arma che, anni fa, gli diede il nome: un blaster F3. Potrei dilungami a spiegare come Blaster abbia ricevuto questo nome, quanto tempo ha impiegato per imparare a sparare, chi glielo ha insegnato o quante altre volte abbia detto "cazzo" mentre caricava l'arma, ma è una storia che ora non ci deve interessare, la cosa importante ora è che una manciata di demoni sono entrati in casa sua per farlo fuori, il giorno in cui ha smesso di fumare. Questa è la storia di un uomo nudo che vuole far saltare il cervello a cinque o sei stronzi satanici.
Neanche a dirlo, i demoni non sapevano muoversi come lui. Troppo grossi. Troppe corna. Lo avevano attaccato in casa sua, un ambiente in cui ha imparato a muoversi e questo era il primo dei loro errori. Il secondo era di aver portato dei mosin nagant per compiere l'operazione, un fucile pregevole, ma con uno scatto di ricarica piuttosto rumoroso per un'imboscata, cosa che permetteva a Blaster di individuare le loro posizioni.
Quando ha trovato il primo demone, lo ha visto caricare l'arma con una violenza che lo ha fatto incazzare. "Il fucile è l'unica puttana di cui ti puoi fidare" gli disse suo padre "non maltrattarlo e sarà sempre pronto a salvarti il culo". Blaster era abbarbicato alle tubature esposte del soffitto mentre vedeva il demonio che infilava proiettili nel ferro. Strisciandogli perfettamente sopra riusciva a vedere le tozze dita che con forza spingevano nella canna. A quel punto ha lasciato la presa che lo teneva sul soffitto e gli è caduto alle spalle, una caduta tale da fargli mettere il blaster sul collo del suo nemico per strangolarlo. Ci sono voluti un paio di minuti prima che al mostro uscisse il sangue dagli occhi, ma il risultato era soddisfacente, Blaster vivo. Demone morto.
Ad un tratto i grugniti degli altri bastardi si sono fatti più vicini. Naturalmente avevano sentito i rumori di lotta e si stavano dirigendo verso il luogo da cui provenivano. Blaster si era messo dietro ad uno dei bidoni per la raccolta differenziata che aveva comprato ma che non aveva mai usato e vedeva i due stronzi arrivare ed assumere una faccia incazzata alla vista del cadavere del compagno. E' stato in quel momento che ha visto una cosa che lo ha reso felice (per quanto felice possa essere un uomo nudo a cui sono entrati i demoni in casa). Uno dei due mostri aveva un lanciafiamme che prendeva gas da una bombola che portava dietro la schiena. Un bel colpo di blaster F3 e... boom! Barbecue di diavolo.
Ha fatto una bella capriola su un fianco (azione che gli ha sballottato i gioielli di famiglia in maniera non del tutto indolore) ha preso la mira e ha sparato. L'esplosione è stata maestosa, solenne e definitiva, anche se lo spostamento d'aria ha fatto sbattere Blaster contro la parete alle sue spalle spezzandogli qualcosa che non ha saputo specificare.
Un po' dolorante, mentre si stava rialzando l'ammazza mostri ha visto altri due demoni raggiungere il corridoio.
- Chi vuole baciare lo chef?- ha urlato mentre i suoi proiettili perforavano il cranio di uno e la spalla dell'altro. Il demone ferito ha provato a rispondere al fuoco, ma Blaster è riuscito a schivare tutti i colpi nemici in una corsa verso il mostro, culminata in un maestoso balzo. Il demone guardava allibito la scena mentre quest'uomo nudo gli infilava la canna del fucile in bocca e premeva il grilletto, dall'alto verso il basso, facendogli cagare tutti i suoi organi.
Un po' acciaccato ma ancora vivo, il più grande ammazza mostri del mondo si rialzava in piedi asciugandosi gli occhi dal sangue delle sue vittime.
- Che darei per una sigaretta-.
E' stato allora che ha trovato i suoi vestiti in terra. Li ha indossati e si è diretto all'uscita. Aperta la porta ha visto una cosa che non avrebbe voluto vedere. Un esercito di demoni armati di mosin nagant puntati verso di lui.
-Fuoco- l'urlo di quello che doveva essere il loro capo ha rotto il silenzio e una pioggia di proiettili si è scagliata contro Blaster.
-Merda!- Era in terra morente quando ha realizzato di non essere stato lui a dirlo. Ha guardato nella direzione da cui veniva la voce e ha visto... "Deve essere l'inferno" ha pensato, ma non ne era convinto. Quello che vedeva era un'enorme vetrina sospesa in aria con una scritta rossa stampata sopra che recitava "REVO EMAG". Dietro alla vetrina c'era un ragazzo. Sembrava arrabbiato.Blaster cercava di capire cosa fosse quella cosa, che cosa significasse. Ma, ad un tratto, ha compreso che non gli importava e, aspettando che la morte lo caricasse nel suo carro nero, ha capito che cosa fosse tutto quello: - La degna conclusione di una giornata di merda-.
E detto questo tutto è diventato nero.

mercoledì 14 gennaio 2009

Mattoni

Un vecchio appoggia la mano sul muro.
-Nick...- sussurra quando la sua mano tocca il mattone gelido. Poi la mano scorre. La guida verso il basso. Supera l'impercettibile cunetta che divide i due mattoni e tocca quello sottostante.
- Johnson- e ancora la sua mano si sposta, questa volta verso sinistra. Tocca un terzo mattone.
- Mac Grant... eccoli qui i miei amici-.
La sua mano poggiata sul muro gli sembra deformata, poi si rende conto che sono le lacrime che si affollano nei suoi occhi ad ondulare l'immagine, ma nemmeno adesso stacca la mano dal muro.
Nemmeno quando le vecchie dita entrano nei fori di proiettile.